Cosa provo quando lavoro con i bambini?

Sto lavorando ad un sacco di progetti.
Il mini-corso sugli elementi che proporrò a maggio in Polisportiva, Il laboratorio “Yoga e Creatività” per Aipy (di cui ho parlato qui), una giornata dedicata completamente allo Yoga per il 29 maggio sempre in Polisportiva e i laboratori di yoga per l’oratorio estivo. WOW!!!!
Inutile dire che l’energia e il tempo che dedico al mio lavoro ( e alla mia famiglia naturalmente ) è ciò che mi fa stare bene e agisce come antidoto alla pesantezza del momento storico che tutti quanti stiamo vivendo.
Lo yoga è per me uno strumento pacificatore. Ma chi mi conosce sa che l’ altro elemento, importantissimo per la mia vita, è la fede.
Non sono la credente perfetta ma posso affermare con assoluta certezza che senza la fede, la preghiera, la meditazione (che sia cristiana o orientale non ha nessuna importanza) e la pratica dello Yoga io a quest’ora non sarei qui a scrivere …
Proprio perchè sento profondamente la presenza di Dio nella mia vita e questo mi rende serena, da anni sono catechista.

Ciò che mi riempie di gioia è poter trasmettere proprio la serenità che nasce dall’avere Gesù come amico e come maestro.
Quest’anno ho l’onore di essere catechista dei piccoli di seconda elementare.
Ci incontriamo ogni sabato mattina e ogni volta li osservo con stupore e meraviglia.

Qual è il sentimento che nasce in me quando interagisco con loro?

Quando li ascolto…
Quando li vedo muoversi ( e alcuni si muovono proprio tanto!)…
Quando sono fermi a pensare che cosa scrivere o disegnare…
Quando sono impegnati in un lavoro manuale…
Quando hanno vissuto un’esperienza straordinaria e non stanno più nella pelle per raccontartela…
Quando hanno un pensiero che vogliono condividere ma magari sono timidi…
Quando ti guardano con occhi grandi e tristi perchè la vita li ha già segnati in qualche modo…
Quando ad ogni domanda ti rispondono inevitabilmente “NO!” …
…e potrei continuare per ore…

C’è solo una sensazione fortissima che emerge in me… spontanea e sincera: RISPETTO!!!
Rispetto perchè dietro ad ogni bambino c’è una storia (che in alcuni casi non riusciamo nemmeno ad immaginare)…
Rispetto perchè ogni bambino è un dono grande …
Rispetto perchè nello sguardo di un bambino possiamo vedere il mondo senza filtri…
Rispetto perchè i bambini ci insegnano a vivere nel qui e ora… ( avete mai osservato un bambino giocare?)
Rispetto perchè nelle loro mani c’è tutto ciò di cui il mondo ha bisogno…
Rispetto perchè se noi adulti li osserviamo e ascoltiamo bene bene abbiamo tanto da imparare da loro…

Credo profondamente che avere la possibilità di lavorare con i bambini sia una vera e propria fortuna!!!

Insegnare Yoga ai bambini è il più facile dei compiti. Infatti i bambini sono dei guru e noi siamo i discepoli.”
Swami Satyananda Saraswati

«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
Mc 10, 14-16

 

Nell’immagine di apertura il risultato di un bellissimo laboratorio a tema Papua Nuova Guinea che abbiamo proposto a tutti i ragazzi della catechesi per la Quaresima di Solidarietà.

L’importanza del rito iniziale e finale in una lezione di yoga per bambini

All’inizio della lezione (on line) con le mie piccole yogini, le invito a mettersi nella posizione dell’ascolto  e assumere un mudra, cioè un gesto delle mani. Questo mudra si chiama Pushpaputa che significa vaso pieno di fiori.
” Ho mani per ricevere e dare”
Motivazione: faccio questo mudra per imparare a ricevere e dare con gioia.
Esecuzione: le mani sono unite, i pollici si appoggiano agli indici, le mani vanno a formare una coppa, come un vaso in cui mettere dei fiori.
Benefici: Pushpaputa ci apre ai doni dell’universo. Non sempre ne siamo coscienti ma l’universo è ricco di tesori per tutti, quanto riceviamo deve essere condiviso.
Uno dei principi più importanti dello Yoga riguarda il servizio sociale, senza la disposizione d’animo di empatia e amore verso tutti è impossibile raggiungere l’autorealizzazione. Questo mudra genera compassione e generosità: l’universo ci accudisce e noi dobbiamo imparare ad accudirlo.

( Didi A’ nanda Paramita’ – Mudra: lo yoga nelle mani dei bambini – Edizioni La Meridiana)

Questo mudra ha un significato molto bello e profondo e l’ho scelto come apertura delle lezioni anche perchè è pertinente al focus del mio progetto che unisce lo Yoga al mondo delle api. “L’universo ci accudisce e noi dobbiamo imparare ad accudirlo” è una frase che rimanda chiaramente al valore della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e dell’amore nei confronti della natura.
Quando invito le bambine ad assumerlo, chiedo loro di chiudere gli occhi e visualizzare le loro mani vuote… il vaso è vuoto ma pronto ad accogliere. Al termine della lezione assumendo lo stesso gesto visualizzeranno le loro mani “piene” di tutto ciò che nel corso della lezione abbiamo vissuto insieme, le esperienze che abbiamo fatto ( i giochi, le sequenze di asana, il rilassamento). Poi, con l’aiuto del bastone della parola, verbalizziamo quelle esperienze anche dal punto di vista delle emozioni e dello stato d’animo.

“Come vi sentite?”

Il rito è un elemento fondamentale in una lezione di yoga per bambini.
Leggo… ( Piccolo Yoga – Clemi Tedeschi – Macro Edizioni)

La scelta di aprire e chiudere la pratica con un rito sempre uguale, trasmette alcuni messaggi e produce effetti significativi.
E’ come se dicessimo:
– ora stiamo per fare qualcosa di speciale (stacco dalle attività ordinarie)
– ora ci prepariamo a ritornare in aula (o nel caso di lezioni private o in modalità on line a ritornare alle attività ordinarie)
– siamo un gruppo e facciamo una cosa solo nostra (identificazione/appartenenza).

Il momento iniziale della lezione è quindi uguale a quello finale nella modalità, mentre è diverso dal punto di vista del vissuto. C’è un prima e un dopo…

La lezione di yoga (ovunque si svolga: scuola, centro privato, casa) deve rappresentare uno spazio e un tempo speciali in cui viviamo esperienze speciali e anche fantastiche ( ci trasformiamo in animali, elementi della natura ecc..), in cui attraverso il silenzio e il rilassamento andiamo ad acquisire calma e tranquillità. Il rito iniziale segna il momento in cui questo spazio e questo tempo diventano concreti, il momento in cui lasciamo fuori “il prima”. Il rito finale segna il momento in cui siamo pronti a ritornare perchè ci siamo preparati, attraverso le pratiche, a tornare “al dopo” trasformati.

Dal punto di vista pedagogico la ripetizione di gesti rituali è molto importante per i bambini. Ciò che si ripete e che è familiare ispira fiducia e sicurezza creando armonia interiore.  A questo proposito vi propongo la lettura di questo articolo

Buona settimana a tutti voi e al prossimo post!

Namaste!

16 dicembre: la posizione del fulmine

I fulmini sono spaventosi e affascinanti al tempo stesso!
I tuoni e i lampi possono fare davvero paura ai bambini e come possiamo fare per aiutarli a superarla?
La paura nei confronti di tuoni e fulmini si può vincere inventando una specie di divertimento: al sicuro dietro la finestra, tenendo ben stretto il piccolo, si può giocare a chi vede per primo il lampo più grande e luminoso. Si spiega al bambini che il fulmine disegna una sorta di serpentello nel cielo scuro, se poi il bimbo ha paura soprattutto del rumore del tuono gli si può raccontare la storiella del Nubista, ovvero, una specie di guardiano del cielo che proprio come uno spazzacamino allontana i fulmini spaventandoli con il rumore forte. Si cercherà poi di distrarre il bambino facendolo concentrare e guardare le gocce di pioggia che cadono sul vetro, le foglie e gli alberi mossi dal vento. Se poi il bambino prende confidenza anche con i tuoni, si può giocare alla conta: quanti secondi passano dopo aver visto il lampo, prima che si senta lo scoppio del tuono. Impostandolo in modo giocoso, il piccolo potrà presto superare la paura perché conoscerà quello che ha davanti.

Diverso è l’atteggiamento che va assunto con i bambini più grandi, loro sono già in grado di capire alcune cose. Ai tragazzini si possono raccontare storie e leggende, approfittandone quindi anche per aumentare la loro sete di sapere. Si può raccontare che una volta gli uomini credevano che fosse un dio, Zeus oppure Giove, a scatenare la tempesta nel cielo quando era arrabbiato con l’umanità, oppure quando voleva inviare segnali sulla terra. Va detto che, in quei tempi antichi, gli uomini vivevano in case più piccole e insicure rispetto a oggi e che non c’erano le conoscenze scientifiche e meteorologiche moderne. Il temporale, infatti, non è altro che un fenomeno naturale, dovuto all’incontro di correnti fredde e calde nelle parti più alte dell’atmosfera, dalle quali si scatenano cariche di elettricità che danno origine ai lampi e che il tuono, avvertito molto più tardi, è il rumore prodotto proprio dall’esplosione. La spiegazione che viene fornita ai ragazzini più grandi deve andare di pari passo con l’educazione:è buona norma restare al chiuso durante il temporale perché i fulmini possono cadere su qualcosa di appuntito che li attrae, proprio quelloo che fanno i parafulmini. Quindi: mai restare in piedi o ripararsi sotto un albero o una roccia appuntita isolata, perché in quel caso diventa pericoloso proprio per l’attrazione che fisicamente gli oggetti appuntiti richiama i fulmini.
( https://www.guidagenitori.it/)

La posizione del fulmine, in sanscrito VAJARASANA ( Vajra = fulmine, lampo)

ESECUZIONE
Siamo in ginocchio con le gambe e i piedi ben unit; facciamo una leggera contrazione dei glutei per retroflettere il bacino in modo che la schiena formi una linea retta. Inspirando solleviamo le braccia in avanti sulla linea delle spalle. Espirando spostiamo il peso del corpo all’indietro facendo in modo di mantenere una linea retta dalle ginocchia alle spalle. Eurllo che dobbiamo sentire non è tensione alla schiena ma una grande forza nelle gambe.

BENEFICI
Rafforza tutti i muscoli della schiena e delle gambe. Corregge cifosi dorsale e iperlordosi lombare.

ATTIVITA’
– Attività Motorie: dopo aver proposto la posizione del fulmine, chiediamo ai bambini di ricreare con il corpo il movimento di un fulmine quando “esplode”.
Possiamo poi spiegare ai bambini come nascono i fulmini e farli muovere per ” creare ” un fulmine. Per dare una spiegazione ai bambini di come si formano i fulmini si provi a pensare a delle goccioline d’acqua che sono dentro ad una nuvola. Se queste particelle d’acqua si strofinano tra loro, a causa anche del movimento dell’aria, si forma una carica elettrica che genera un fulmine o saetta. Immaginate i bambini mentre si strofinano e girano su se stessi per creare il movimento dell’aria e poi saltellano allungandosi per ricreare il fulmine. Vi assicuro che è uno spasso! P.D. Ovviamente l’attività non è adatta in questi tempi di COVID 🙁

Raccontiamo una storia
A me piace molto “L’omino della pioggia” di Gianni Rodari
Io conosco l’omino della pioggia. E’ un omino leggero, leggero, che abita sulle nuvole, salta da una nuvola all’altra senza sfondarne il pavimento soffice e vaporoso.
Le nuvole hanno tanti rubinetti. Quando l’omino apre i rubinetti, le nuvole lasciano cadere l’acqua sulla terra. Quando l’omino chiude i rubinetti, la pioggia cessa. Ha un gran da fare, l’omino della pioggia, sempre ad aprire e chiudere i rubinetti e qualche volta si stanca. Quando è stanco stanchissimo si sdraia su una nuvoletta e si addormenta. Dorme, dorme, dorme, e intanto ha lasciato aperti tutti i rubinetti e continua a piovere. Per fortuna un colpo di tuono più forte di tutti gli altri lo sveglia. L’omino salta su ed esclama: “Povero me, chissà quanto tempo ho dormito.”Guarda in basso e vede i paesi, le montagne ed i campi grigi e tristi sotto l’acqua che continua a cadere. Allora comincia a saltare da una nuvola all’altra, chiudendo in fretta tutti i rubinetti. Così la pioggia cessa, le nuvole si lasciano spingere lontano dal vento e muovendosi cullano dolcemente l’omino della pioggia, che così si addormenta di nuovo.Quando si sveglia esclama: “Povero me, chissà quanto tempo ho dormito!”. Guarda in basso, e vede la terra secca e fumante, senza una goccia d’acqua. Allora corre in giro per il cielo ad aprire tutti i rubinetti.E va sempre avanti così.
Possiamo leggerla semplicemente o possiamo divertirci a creare una sequenza motoria.

Attività Creative:
Il tamburo del tuono: qui il tutorial per costruire questo strumento che potrà assere utile per un lavoro di conoscenza dei suoni della natura
Il bastone della pioggia: qui un tutorial semplice e carino

Buon divertimento!!!!

Come aiutare i bambini a far emergere le loro emozioni attraverso le posizioni dello yoga

Quello che stiamo vivendo è un periodo molto buio, in cui è molto facile perdere il senso delle emozioni, o meglio in cui le emozioni vengono amplificate a mille. La paura per il contagio, l’incertezza per il futuro, la tristezza per le persone ( vicine e lontane) che soffrono, l’ansia per il forzato isolamento…
Sono tutte emozioni che pesano a noi adulti che possiamo quindi solo immaginare che cosa provano i bambini, la cui fisiologica socialità è stata bloccata dalla chiusura delle scuole, da coprifuoco vari, da restrizioni e distanziamento.
Precisando che io sono a favore delle restrizioni che ancorchè pesanti per tutti sono l’unico modo per impedire al virus di diffondersi più di quanto non abbia già fatto vorrei invece lavorare su come possiamo aiutare i bambini a esternare ciò che stanno provando e a trasformare le emozioni che spaventano e bloccano in emozioni che fanno agire e reagire o che fanno fermare e calmare.
Lo yoga si rivela uno strumento fondamentale in questo senso. Ci sono infatti posizioni (asana) che vanno a lavorare in modo particolare sulla paura anche grazie alla particolare forma che il corpo assume.
Per esempio la …

Il guerriero è un personaggio che rimanda alla forza ( non solo fisica ), al coraggio per affrontare sfide sempre nuove.
La posizione richiede allora di avere molta forza sulle gambe, di tenere la schiena ben dritta, il petto ben aperto, lo sguardo fiero e fisso sulla mano che possiamo immaginare come la punta di una lancia rappresentata dalle braccia.

E ancora la …

Il cobra quando avverte il pericolo e si vuole difendere alza la testa e si solleva con energia.
Nell’atteggiamento di sollevarci e di aprire bene le spalle e come nella posizione del guerriero guardare con fierezza davanti a noi, affrontiamo ciò che abbiamo davanti, con determinazione e coraggio.

I bambini in questo periodo sono molto sollecitati, come se dovessero per forza fare sempre qualche attività per contrastare l’isolamento o distrarsi rispetto alle notizie e agli avvenimenti che si susseguono velocemente. Ma forse non farebbe male fermarsi un po’ e ascoltarsi…. o ascoltare il nostro respiro.
Vi propongo due asana che possono aiutare i bimbi a rallentare un po’.

La tartaruga è famosa per la sua lentezza e la sua longevità. Il suo carapace le consente di ritirarsi volontariamente. E allora il gesto che compiamo nell’assumere la forma ha proprio questo significato…. di ritirarci e di guardarci un po’ dentro per ritrovare la calma.

Nella posizione della nuvola i bambini possono sperimentare il rilassamento della schiena che viene anche massaggiata dondolandosi a destra e sinistra dolcemente, ma mantenuta staticamente per qualche istante i bambini possono portare la loro attenzione al movimento della pancia che preme contro le cosce quando inspirano diventando consapevoli del loro respiro e calmandosi.

Queste posizioni si possono inserire in brevi storie e sulla tematica delle emozioni vi suggerisco un libro fantastico ( che ha ispirato questo post) della mia fantastica maestra, Clemi Tedeschi … che potete trovare qui

A presto!
Catia e Bee-atrix