Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna?

Così recitava Leopardi … ma la luna è davvero così silenziosa?
Se la guardiamo bene possiamo trarre tanta ispirazione e tante idee da proporre ai bambini!!!
Ecco per voi lo sviluppo di una lezione completa ispirata all’altra metà del cielo per bambini dai 6 anni in su.

RITO INIZIALE:
I bambini sono seduti in cerchio, gambe incrociate e mani in Dhyana Mudra, un bellissimo gesto che possiamo fare quando abbiamo voglia di scoprire il mondo misterioso che c’è dentro di noi… misteriosi come la luna ma con tanto da scoprire.
L’insegnante invita i bambini a ripetere “IO SONO IMMERSO NELLA LUCE”
Fonte: Mudra: lo yoga nelle mani dei bambini

RISCALDAMENTO:
Diventiamo degli astronauti
Invitiamo i bambini ad immaginare di essere astronauti!
E’ arrivato il gran giorno… oggi partiremo con il nostro razzo alla volta della luna!
Ma prima un po’ di allenamento!
– Disegnamo dei cerchietti in aria con le mani… e poi con le braccia.
– Disegnamo dei cerchietti in aria con i piedi e poi con le gambe.
– Disegnamo dei cerchietti con i fianchi
– Disegnamo dei cerchietti con il collo
– Alziamo e abbassiamo le spalle
– Marciamo un po’ sul posto

E poi prima di vestirci da astronauti rendiamo onore alla luna salutandola con una breve sequenza di asana

La sequenza è speculare per cui si ripeterà sull’altro lato.

GIOCO:
Una passeggiata sulla luna

Innanzitutto ci vestiamo da astronauti.
Ma come si vestono gli astronauti?
Sopra la biancheria intima, gli astronauti indossano una sottotuta ( mimiamo insieme ai bambini …. mettiamo i piedi e le gambe nella tuta e poi le mani e le braccia…tiriamo su la lampo e la chiudiamo per bene).
E poi indossiamo la tuta spaziale vera e propria. Compiamo gli stessi movimenti di prima ma questa volta… sorpresa! La tuta spaziale si chiude posteriormente e quindi i bambini dovranno aiutarsi a tirare su la lampo e poi fissarla ulteriormente immaginando di usare il velcro ( come quelli delle scarpe da tennis per interderci).
Indossiamo le cuffiette con il microfono per comunicare con la base ( possiamo invitare i bambini a fare le prove: ” Pronto! Prova! Astronauta Marco chiama la base! Mi sentite base?”).
E poi è la volta dei guanti … anzi guantoni.
Per finire il bellissimo casco rotondo e trasparente!
Siamo pronti per la nostra avventura sulla luna.
Se ne abbiamo la possibilità possiamo far sentire ai bambini la registrazione di un conto alla rovescia ( per creare più atmosfera ) oppure possiamo farlo tutti insieme!

Ecco i nostri austronauti arrivati sulla luna…
Ma come si cammina sulla luna?
Ecco l’attività di movimento creativo: invitiamo i bambini ad imitare l’andatura degli astronauti. Sulla luna, si sa, non c’è la forza di gravità. Come saranno i nostri movimenti? Moooolto lenti…
E come sarà il nostro equilibrio quando si cammina lentamente?
E se incontriamo un ostacolo?

Lo scopo dell’attività è proprio quella di stimolare la capacità di mantenere l’equilibrio cambiando la velocità di movimento inserendo anche degli elementi “di disturbo” come oggetti o gli abitanti della luna (?) che cercano di far perdere l’equilibrio ai nostri piccoli astronauti (in questo caso il gruppo dei bimbi sarà suddiviso in astronauti e “disturbatori” invertendo i ruoli)
Fonte: www.joyofmovinghanfbook.com
E’ ora di tornare sulla terra… al suono della campana tibetana (o di un altro strumento… più spaziale!) gli astronauti, a passi lenti, si dirigono verso la loro postazione (i tappetini) pronti per il viaggio di ritorno.

Dopo il gioco di movimento un momento di pausa con il racconto di una piccola filastrocca che può essere animata con dei semplici gesti, inventati da noi o dai bambini stessi.

ABITO NEL CIELO INSIEME ALLE STELLE
STIAMO BENE QUASSU’
SONO LUMINOSA E SONO FIERA
MI PUOI VEDERE SOLO LA SERA.
SALUTO IL SOLE CHE VA A DORMIRE
COSI’ PIANO INIZIO A SALIRE
A VOLTE A SPICCHI E A VOLTE PIENA
CON ME LA NOTTE E’ SEMPRE SERENA
VEGLIO SUI SOGNI DI OGNI BAMBINO
FINO A CHE TORNI DI NUOVO IL MATTINO
COME ME NON C’E’ NESSUNA
CARI BAMBINI SONO LA LUNA.
Fonte: www.bambiniinpoesia.blogspot.com

GIOCO DI RESPIRO
Il respiro della luna

Invitiamo i bambini a chiudere con l’indice la narice destra e ad inspirare dalla narice sinistra.
Poi chiudiamo la narice sinistra con l’altro indice, liberiamo la narice destra ed espiriamo.
E ancora inspiro a sinistra… chiudo a sinistra ed espiro a destra.
Chiudo a destra… inspiro a sinistra… chiudo a sinitra espiro a destra.

Questo gioco di respiro apporta calma e tranquillità mentale.
ATTENZIONE: La respirazione lunare (Chandra Bheda Pranayama) prevede anche un momento di ritenzione del respiro a polmoni pieni con entrambe le narici tappate. LE RITENZIONI NON VANNO PROPOSTE AI BAMBINI!

ATTIVITA’ CREATIVA:
Acchiappasogni

L’attività creativa può essere ispirata alla frase della filastrocca…” VEGLIO SUI SOGNI DI OGNI BAMBINO”
Ecco alcuni link utili per poter realizzare un acchiappasogni semplice e veloce:
https://mammagioca.blogspot.com/2018/02/acchiappasogni-fai-da-te.html
http://artexploraestate.blogspot.com/2013/07/gli-acchiappasogni.html
https://www.artbarblog.com/diy-dream-catchers-made-by-kids/

RITO FINALE:
Siamo di nuovo seduti in cerchio, con le gambe incrociate e gli occhi chiusi.
Le mani sia appoggiano ancora sul grembo prendendo Dhyana Mudra.
Invitiamo i bambini ad immaginare le loro mani colme di tutto ciò che hanno scoperto insieme sulla luna e anche su loro stessi.
Ripetiamo insieme “IO SONO IMMERSO NELLA LUCE”

Se è possibile segue un piccolo momento di condivisione moderato dall’intervento dell’immancabile bastone della parola.

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A presto!

Nella mia Bee-blioteca: “Yoga per bambini” di Gabriella e Maria Grazia Cella

La settimana prima di Natale ho concluso il progetto “Bee-atrix intorno al mondo”.  L’ultima tappa del nostro viaggio ci ha portato nella terra dove è nato lo Yoga cioè l’India. Il cuore della mie lezioni è rappresentato dal racconto di una storia/leggenda che poi verrà animata attraverso gli asana, piccoli pranayama e mudra. In occasione del nostro viaggio in India ho proposto il racconto di come si è diffuso lo yoga in tutto il mondo. Insegnanti e praticanti sanno di cosa sto parlando… Mentre Shiva insegna a Parvati i segreti dello yoga sulle sponde di un laghetto, un pesciolino, Matsya, ascolta e impara… Impara e si trasforma… Si trasforma in uomo e Shiva per premiarlo della sua costanza e dedizione gli affida l’importante compito di insegnare lo Yoga agli uomini e lo chiama “Matsyendra” che significa pesce trasformato in uomo.
” Ecco che cosa è successo mie yogini! in questi mesi vi siete trasformate … vi siete applicate con costanza e dedizione alle nostre lezioni imparando e sperimentando tante cose nuove”.
A febbraio mi ritroverò con le mie piccole yogini per continuare il nostro percorso e allora ho pensato di prolungare la permanenza in India ideando un ciclo di otto lezioni ispirate ad un libro che mi è molto caro.

Dalla quarta di copertina
” Elio è un ragazzino occidentale che, per un periodo di tempo va a vivere in India con la famiglia. Grazie all’amicizia di Chandra, una coetanea indiana e guidato da un saggio maestro, si accosta alla cultura del luogo e agli esercizi basilari della disciplina dello yoga nel modo più semplice e naturale possibile, vivendo la quotidianità delle città e dei villaggi indiani.
Intraprende un vero e proprio alla scoperta del principio dello yoga, l’equilibrio tra mente e corpo, e impara facilmente le sue posizioni fondamentali.
Il racconto diventa un’espediente per avvicinare i più giovani allo yoga, ma anche un invito per gli adulti e gli insegnanti che si interessano della loro educazione”.

Le autrici sono Gabriella e Maria Grazia Cella.
Gabriella Cella Al-Chamali, maestra yoga della Yoga Vedanta Forest Academy Himalayas di Swami Sivananda dal 1979, ha seguito in India le scuole dei più prestigiosi maestri di Yoga e Ayurveda.

Nel 1991 ha fondato la Scuola insegnanti Yoga Ratna e nel 1997 ha ottenuto il titolo onorifico di Yoga Chudamani (gemma dello Yoga) dalla Advaita Vedanta Ashram di Kaladi e nel 1999 quello di Yogacharya (che dedica la sua vita allo yoga).

Autrice di numerosissime pubblicazioni, tiene conferenze e corsi di approfondimento in Italia e all’estero, collabora con riviste nazionali e l’università di Verona ed è membro del comitato scientifico di Riza psicosomatica.
( http://www.yogaratna.it/)

Maria Grazia Cella è pedagogista con indirizzo psicologico, gemmologa, cristallo-terapeuta, tecnica e pratica meditazione Vipassana ha lavorato come educatrice negli istituti di rieducazione minorile “I Focolari”.

“Ti chiami Chandra, vero?”
“Si, Chandra vuol dire luna”
“Che strano, io mi chiamo Elio che significa sole”
Chandra sorrise, si alzò e con uno sguardo lo invitò a seguirla. Si diresse verso il tempio, le porte erano spalancate ed Elio si fermò rispettoso, osservando la ragazza entrare e scomparire come inghiottita dal buio.  Esitò un poco, poi seguì il suo passo leggero e sicuro. L’odore acre e il fumo dell’incenso lo avvolsero e per un attimo ebbe l’impressione e il timore di non vedere nulla; poi poco a poco la paura si sostituì allo stupore: tanti piccoli ceri illuminvano sulle pareti dei dipinti che raffiguravano divinità con sembianze, vestiti, colori e posizioni differenti. Elio li osservava attento, cercando di dare una spiegazione, un nome a quelle immagini; poi finalmente riconobbe davanti a sè Shiva, il signore dei dei. Ebbe un sospiro di sollievo, gli parve di incontrare un amico in mezzo a tanti sconosciuti. Si sentì’ più tranquillo e si fermò.

E’ così che Elio inizia la sua avventura in cui incontrerà persone e divinità che lo aiuteranno a capire e vivere lo Yoga.

Un libro intenso e dolcissimo…. che secondo me non dovrebbe mancare nella libreria di un insegnante di yoga per bambini.

L’albero di Natale “mandaloso”

Per l’ultima lezione del nostro viaggio intorno al mondo ho pensato  di portare le mie piccole yogini nel paese in cui è nato lo Yoga cioè l’India.
Come sa chi mi segue le mie lezioni sono ispirate al metodo “Yoga per Crescere” e una costante è il momento creativo, in cui le piccole allieve ritrovano rilassamento e concentrazione oltre ad attivare la fantasia e appunto la creatività.
Per questa ultima lezione, che peraltro è in prossimità del Natale, ho pensato di proporre la creazione di un piccolo albero di Natale i cui rami si ispirano ad un elemento caratteristico dello Yoga cioè il Mandala.
Per non dilungarmi sulla spiegazione del significato del mandala e le sue applicazioni (non solo nello yoga per i bambini) rimando a questo bell’articolo di Marta Albè  per concentrarmi sulla spiegazione della realizzazione dell’alberello.
Ecco cosa vi servirà:
– la stampa del pdf che trovate nella pagina “Nettare dall’alveare”
– forbici
– colla
– uno spiedino
– Per quanto riguarda la base potete scegliere ciò che vi piace di più ( una scatolina, un vasetto con della terra) … il mio ha trovato un appoggio, un po’ instabile per la verità, in un portaincensi!!!

Come procedere:
– tagliare le strisce e tenere insieme quelle della stessa lunghezza e con lo stesso mandala raffigurato…

– prendiamo le striscioline più lunghe, uniamo le estremità e creiamo un foro nel punto del piccolo cerchio ( per fare questa operazione senza rovinare la carte io utilizzo la tecnica appresa quando ero alle elementari cioè matita di grafite e gomma!!!)…

– Inserite le striscioline nello spiedino facendo attenzione a non piegarle per mantenere la forma arrotondata e disponendole sullo spiedino tipo petali di un fiore lasciando un po’ di spazio sotto per poter poi infilare il bastoncino nella vostra base…

– Procedete poi con le strisce un pochino più corte… e poi ancora con quelle più corte… fino a riempire più o meno tutto lo spiedino …

– Ritagliate le stelle… incollate una stella alla punta dello spiedino e poi incollate l’altra facendole combaciare….

– Voilà! Il nostro alberello mandaloso è pronto!

Come vedete è davvero molto semplice da realizzare… il bello è che si può assemblare utilizzando materiali diversi (carta, cartoncino, gomma crepla) e anche di recupero (strisce di carta da regalo avanzata , carta da pacchi, vecchi spartiti, vecchie riviste o fumetti) oppure i bambini stessi possono colorare o disegnare sulle strisce (io ho preferito il bianco e nero e a dire la verità sono stata anche poco sostenibile questa volta!). Rimedierò!

Spero tanto che questo tutorial vi sia stato utile…. se avete voglia di condividere le vostre creazioni, vi aspetto nei commenti!

Nella mia Bee-blioteca: ” Avrò cura di te”

Oggi vi parlo di un libro meraviglioso!!!!!

“Avrò cura di te” di Maria Loretta Giraldo con le illustrazioni della fantastica Nicoletta Bertelle, è un albo illustrato che è pura poesia.

C’era una volta un minuscolo seme. Era così piccolo, nel vasto mondo, che si sentiva sperduto. Il Cielo, l’Acqua e la Terra lo videro e provarono tenerezza per lui…

La Terra disse al seme: 

“Non temere. Io avrò cura di te”.

E lo raccolse tra le sue zolle morbide

Avrò cura di te….

La Terra, l’Acqua e il Cielo pronunciano questa frase che diventerà un mantra contagioso perchè ognuno di noi, tutti, nessuno escluso ha le caratteristiche, le capacità e la predisposizione a prendersi cura di qualcun’altro.

Il seme diventa albero e si prende cura di una piccola capinera sperduta offrendo i suoi rami per un caldo e protetto nido.

La capinera si prenderà cura dell’uovo e del minuscolo uccellino che nascerà…

E ancora ” Avrò cura di te”

“Avrò cura di te”

“Avrò cura di te”

E’ una bellissima frase, segno di un amore sincero e disinteressato perchè il minuscolo uccellino crescerà e imparerà a volare dal nido…

Ispirata da questo bellissimo albo ho ideato una lezione di yoga e movimento creativo ( chi fosse interessato mi può scrivere all’indirizzo e-mail catia@honeyyoga.it).

Ci sono tutti gli elementi per poter far sperimentare ai bambini una dimensione di equilibrio alternando momenti di riposo a momenti di dinamismo.

Consigliatissimo!!!!

Maria Loretta Giraldo, Nicoletta Bertelle

Avrò cura di te

Casa Editrice Camelo Zampa

 

 

 

 

 

Le api e i colori

Buongiorno a tutti voi insegnanti, educatori e genitori!!!
Non so voi ma io già respiro aria d’autunno e siccome per me l’autunno ha sempre rappresentato il vero inizio dell’anno ritorno al mio amato blog con tanti contenuti settimanali da condividere che spero vi siano utili per arricchire le vostre attività con i bambini.
Oggi vi parlerò dei colori!
Facendo ricerche sulle mie adorate api ad un certo punto mi sono chiesta: “Ma le api riconoscono i colori?” immaginando possibili attività da proporre ai miei piccoli yogin.
Ecco che cosa ho scoperto!

Quanti occhi ha un’ape?

Ogni ape ha ben 5 occhi! Questo permette loro di muoversi agevolmente in quanto garantisce loro di avere una visuale che copre 360 gradi di angolazione.
I cinque occhi sono suddivisi in due occhi composti più grandi che si trovano nella parte frontale del capo e tre occhi semplici (ocelli), più piccoli situati nella parte superiore.
La funzione di questi minuscoli organi visivi non va ricercata nella vista vera e propria, in quanto sono occhi primitivi, bensì aiutano l’insetto a riconoscere la luce polarizzata, consentendogli di rimanere in equilibrio in volo guidandolo lungo il suo viaggio.
La priorità nella loro vista non è dunque data dal colore e dalla forma degli oggetti e la visualizzazione di questi dettagli passa in secondo piano.
Gli ocelli funzionano anche in condizioni meteo proibitive, e permettono alle api di vedere anche in presenza di nuvole o nebbia, fornendo un ottimo aiuto all’insetto per ogni tipo di spostamento.

Quali colori percepiscono le api?

La gamma di colori che le api sono in grado di percepire è un po’ diversa dalla nostra.
È stato dimostrato che gli occhi di questi insetti hanno una minore sensibilità per il colore rosso che viene quasi del tutto non percepito.
Le api non sono dunque capaci di rilevare il colore rosso che viene visualizzato in altro modo. Questi insetti hanno però una maggiore predisposizione a visualizzare la gamma di colori facente parte dello spettro ultravioletto, colori che noi esseri umani non vediamo.
Gli occhi delle api sono calibrati in modo tale da consentire rapidi spostamenti in volo senza il rischio di sbattere su ostacoli naturali come rami, foglie o addirittura predatori, o antropici, quindi muri, steccati, tende parasole e quant’altro. Fanno eccezione le finestre, in quanto gli occhi delle api non sono in grado di percepire la presenza di un vetro.
Le api quindi vedono solo quattro colori: giallo (arancio, verde giallastro), verde bluastro, blu e ultravioletto.
Per un apicoltore è molto importante tenere conto di questi fattori poiché possono rivelarsi utili per l’orientamento delle api.
Il colore è quindi fondamentale, per questo motivo gli apicoltori verniciano le arnie, disposte una vicina all’altra, con colori e disegni geometrici differenti per agevolare l’orientamento ed il riconoscimento delle stesse alle api.
Orientarsi è importante poiché accedere ad un’arnia sbagliata non facente parte del proprio sciame può essere un rischio per le api.

Interessante vero?
Adoro le api!!!

Che meraviglia queste arnie di Fiorella di cui consiglio il profilo Instagram https://www.instagram.com/fiorieapifelici/

Ed ora qualche attività per i bambini sui colori da inserire nelle nostre lezioni di yoga.

Costruiamo il nostro arcobaleno
Si inizia con il racconto della leggenda dei colori

Una volta i colori del mondo cominciarono a litigare: tutti reclamavano di essere il migliore, l’indispensabile, il preferito.
Il verde disse: “E’ chiaro che io sono il più importante, sono il simbolo della vita e della speranza. Sono stato scelto per l’erba, le foglie e gli alberi. Senza di me gli animali morirebbero”.

Il blu lo interruppe: “Pensi solo alla terra, ma considera il cielo e il mare. L’acqua è la fonte della vita, senza la mia pace ognuno di voi sarebbe nulla”.

Il giallo rideva sotto i baffi: “Siete tutti così seri! Io porto il sorriso, la felicità e il calore del mondo. Il sole, la luna e le stelle sono gialle. Senza di me non ci si divertirebbe”.

L’arancione replicò: “ Io sono il colore della salute e della forza. Il colore delle più importanti vitamine. Pensate alle carote, alle zucche, alle arance, ai mango. “.

Il rosso non sopportò più a lungo e gridò: “Io sono il vostro sovrano, sono il sangue della vita! Sono il colore del pericolo e del coraggio. Metto il fuoco nelle vene. Sono il colore della passione e dell’amore”.

Il viola andò su tutte le furie e con tono ironico disse: “Io sono il colore della regalità e del potere. Re, capi e vescovi hanno sempre scelto me come segno di regalità e saggezza. La gente non discute quello che dico, ascolta e obbedisce”.

E infine parlò l’indaco: “ Pensate a me, sono il colore del silenzio. Mi si nota appena, ma senza di me diventereste tutti superficiali. Io rappresento il pensiero e la riflessione, il crepuscolo e l’acqua profonda. Avete bisogno di me come contrappeso, per la preghiera e per la pace interiore.”

Così i colori continuarono a vantarsi, ciascuno convinto della propria superiorità. I loro contrasti divennero sempre più forti. Poi, improvvisamente, ci fu un lampo e un tuono rombò. La pioggia cominciò a cadere implacabile. I colori cominciarono a temere il peggio e si stringevano fra loro per farsi coraggio. Nel bel mezzo della tempesta, la pioggia cominciò a parlare: “ Ma perché lottate fra di voi cercando di dominarvi l’un l’altro? Non sapete che siete stati creati ciascuno per una ragione diversa, unica e particolare? Unite le mani e venite con me”.
Facendo com’era stato richiesto loro, i colori si presero per mano. La pioggia continuò: “D’ora in poi, quando pioverà, ognuno di voi attraverserà il cielo in un grande arco, per ricordarsi che potete vivere in pace, con gioia e amicizia. E l’arcobaleno sarà il segno dell’amore, della speranza e del futuro”.
E così, ogni volta che un buon acquazzone lava il mondo e l’arcobaleno appare in cielo, abbiamo una buona occasione per ricordarci di amare e rispettare le persone che ci vivono accanto.

Stimoliamo una riflessione moderandola attraverso l’uso del bastone della parola e poi ripercorriamo i colori uno a uno. Per ogni colore i bambini dovranno recuperare un oggetto per formare poi alla fine il loro personale arcobaleno.
E’ un’attività divertente da proporre on line perchè i bambini hanno a disposizione molti oggetti in casa (chiaramente chiedete loro di scegliere oggetti facilmente recuperabili per evitare incidenti!).

I colori complementari
Su tre fogli bianchi incollare tre figure …


Il giallo, il rosso e il blu come sappiamo sono i colori primari. Ogni colore primario ha un colore complementare:
Facciamo fissare il puntino nero della farfalla gialla per 10 secondi e poi chiediamo ai bambini di fissare un puntino nero su un foglio bianco. L’immagine che vedranno sarà quella di una farfalla viola.
Facciamo fissare il puntino nero del fiore rosso ….e poi il puntino sul foglio bianco. I bambini vedranno un fiore verde.
Facciamo fissare il puntino nero della nuvola blu… e poi il puntino sul foglio bianco. I bambini vedranno una nuvola arancione.

Perchè succede questo?
Una teoria sostiene che le terminazioni nervose della retina umana siano compatibili con i colori primari (giallo, rosso, blu). Quando fissiamo, per esempio, il rosso andiamo ad affaticare le parti sensibili al rosso, così quando poi andiamo a fissare il bianco gli altri colori primari cioè il giallo e il blu si fondono dando origine al verde.

Per i bambini è magia e … scienza!!!

Movimenti abbinati ai colori
Si tratta di un’attività che lavora sulla concentrazione e sulla memoria.
Procuriamoci dei foulard di 4 colori diversi (esempio: arancione, verde, rosa, azzurro). Ad ogni colore abbiniamo un movimento. Per esempio:
– arancione: saltare
– verde: fare un giro su se stessi
– rosa: accovacciarsi
– azzurro: alzare le braccia sopra la testa

I bambini si muovono liberamente nello spazio a disposizione (magari a ritmo di una musica allegra). Chi conduce l’attività tiene in mano i quattro foulard colorati e quando ne sventola uno i bambini faranno il movimento corrispondente al colore del foulard sventolato. Il cambio dei foulard potrà essere lento all’inizio per poi diventare un po’ più veloce.

Spero che queste proposte possano esservi utili!
Alla prossima settimana!!!

Catia e Bee-atrix!